Topo, topo,
senza scopo,
dopo te cosa vien dopo ?
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(Forestry Association Hungary) |
(Toti Scialoja, Versi del senso perso)
Dal balcone si vede bene: c'è un buco
nel prato, e il gatto vi infila dentro tutta la zampina, fino quasi
all'articolazione. Non sono talpe, perché le talpe lascerebbero in
giro il mucchietto di terra, e non sono nemmeno i nostri topini
soliti, "mus musculus", che di buchi nei prati non ne
fanno. Basta una piccola ricerca ed ecco saltare fuori il colpevole:
si chiama arvicola, topo campestre, "Microtus arvalis". Per
noi è una novità, almeno qui nel prato di casa: molto graziosi come
tutti i topini, sono però destinati quasi sicuramente a una brutta
fine, perché la nostra casa è ben presidiata da un piccolo
esercito. Per esempio, mercoledì ne ha preso uno Aramis; ieri sera
ho visto Minou e Spike alle prese con un altro topino (c'è tutto il
tempo di vederli, perché mica se li mangiano subito - si sa, ci
giocano, prima). Infine, oggi è il turno di Ciccetta che di tutti è
forse la cacciatrice più spietata. Eppure, Ciccetta è dolcissima e
timida, sembra un pupazzo di peluche di quelli belli, o forse un
cartone animato degli Aristogatti; ma la sua natura è quella,
predatrice notturna, per di più con l'ottima scuola di mamma Gatta,
la Gatta per definizione, matriarca di questa colonia, ancora in gran
spolvero nonostante la vita all'aperto e l'infinità di gattini e
gattine da lei generati.

Come la tigre il gatto s'avanza
con un leggero passo di danza
muove le membra con gran leggiadria
sull'indifeso passero balza.
Questa è la vera natura del gatto;
ritorna un micio se vuole, se crede,
ma è in lui la fiera nascosta e ben
viva,
s'affila i denti e gli artigli per
l'arte.
Come la vita il dolore il mio gatto
ronfa gioiosa poi dorme s'acquieta
per un nonnulla turbata s'inquieta
il pelo drizza si gonfia poi graffia
è come l'oca che sbuffa e poi soffia -
però mi piace vederla qui quieta,
il pelo liscio, la belva mansueta.
(Giuliano Bovo / Emilio Gauna, da Golem
L'indispensabile - anno 2001)