giovedì 6 aprile 2017

La violetta

Il testo è di Goethe, la musica è di Mozart; composto nel 1785, tratto dal singspiel giovanile di Goethe "Erwin und Elmire". Mozart, probabilmente commosso dal testo o forse già pensando alla musica, aggiunse due versi alla poesia: "povera violetta, era una violetta dal gran cuore". Nell'ottobre dello stesso anno, andrà in scena "Le nozze di Figaro".
(notizie da "Mozart, il catalogo è questo" di Poggi e Vallora, ed. Einaudi)

Das Veilchen (La violetta), K 476
Lied in sol maggiore per soprano e pianoforte
Musica: Wolfgang Amadeus Mozart
Testo: Johann Wolfgang von Goethe
Vienna, 8 giugno 1785

Una violetta stava sul prato
il capo reclinato, ignota;
una così graziosa violetta!
Giunse una pastorella
con passo lieve ed anima serena, per la sua strada
e quindi, e quindi, è già nel prato, e canta.
«Ah, - pensa la violetta, - vorrei tanto
essere il fiore più bello della natura,
ah, anche solo per un istante,
fino a quando mi avrà colto il mio amore
e mi avrà stretto languida sul cuore!
Ah, soltanto, soltanto, per un breve quarto d'ora!»
Ma, ahimè, venne la pastorella
e non si cura della violetta,
calpesta l'infelice.
Essa moriva, rimanendo felice:
«...muoio dunque, ma è per lei che muoio,
ai piedi di lei!»

https://www.youtube.com/watch?v=a2grRV8T95M
un clic qui per l'ascolto


Das Veilchen
Ein Veilchen auf der Wiese stand
Gebückt in sich und unbekannt;
Es war en herzigs Veilchen!
Da kam ein' junge Schäferin
Mit leichtem Schritt und munterm Sinn
Daher, daher,
Die Wiese her, und sang.
Ach! denkt das Veilchen, war ich nur
Die schönste Blume der Natur,
Ach! nur ein kleines Veilchen,
Bis mich das Liebchen abgepflückt
Und an dem Busen matt gedrückt,
Ach nur, ach nur
Ein Viertelstündchen lang!
Ach, aber ach! das Mädchen kam
Und nicht in acht das Veilchen nahm,
Ertrat das arme Veilchen.
Es sank und starb und freut sich noch:
Und sterb ich denn; so sterb ich doch
Durch sie, durch sie,
Zu ihren Füssen doch!

(Goethe, da "Erwin und Elmire")

(illustrazione di N.C. Wyeth, 1916)


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