"... ehi, dormite?!" gridò,
come faceva di tanto in tanto, ai cavalli, di cui durante tutto il
tempo continuava a sorvegliare con la coda dell'occhio le groppe,
come un macchinista i manometri. Ma i cavalli tiravano come tutti i
cavalli del mondo, e cioè quello di stanga correva con l'innata
onestà di una natura semplice, mentre l'altro, il bilancino, poteva
apparire a un profano un lavativo di tre cotte che, inarcando il collo a cigno,
sembrava non sapesse far altro che ballare su e giù al tintinnio
delle sonagliere scosse dai suoi stessi balzi.
Boris Pasternak, Il dottor Zivago,
pag.12 ed. Feltrinelli 1998, traduzione Pietro Zveteremich, Maria
Olsoufieva, Mario Socrate
(dipinto di Thomas Blinks) |
Pasternak...quanti ricordi! Letto come testo d'obbligo a scuola e poi ripreso per conto mio e molto apprezzato. Dipinto carino, bello, molto "British" ma ci sta bene.
RispondiEliminaSempre piacevole passare dal tuo blog
Un salutone
sto rileggendo molti libri, in questi ultimi tempi... magari anche dopo quarant'anni. Il dottor Zhivago andrebbe riletto spesso, ogni pagina contiene qualcosa di prezioso
EliminaBeh anch'io sto facendo la stessa cosa. Sto rileggendo "L'Opera al Nero" di Marguerite Yourcenar dopo aver riletto "Demian" e "Il Lupo della Steppa" di Hermann Hesse e, oltre al fatto che mi piacciono come prima, ci ho ritrovato tante cose nuove...i grandi autori sono grandi per questo.
EliminaUn salutone e alla prossima
io ho ripreso Dickens e Dostoevskij, adesso sono al Mulino del Po
Elimina:-)
Io una cosa così l'ho letta ma non sul dottor Zivago e è tutto il giorno che ci penso poi sono andato a vedere i libri e l'ho trovato, "le anime morte" di Gogol, sono frasi quasi uguali.
RispondiEliminadue grandi scrittori :-)
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