giovedì 9 luglio 2020

Intorbidire l'acqua


Un uomo assorto a guardare le acque limpide di un fiume, e le evoluzioni dei pesci sott'acqua. Arriva un pescatore, ma non si riesce a prendere niente. Il pescatore si stanca di aspettare: intorbida l'acqua, e la povera trota finisce sull'amo. Così va la vita, ancora ai nostri giorni: dietro c'è una fiaba classica, non ricordo se Fedro o Esopo, ma la poesia messa in musica da Franz Schubert nel 1817 porta la firma del suo quasi omonimo Christian Schubart.
La melodia portante di questo Lied viene usata da Schubert per una delle sue composizioni più famose, il Quintetto "Die Forelle" (La trota, per l'appunto) che ha una caratteristica particolare: il quintetto d'archi comprende il contrabbasso, quasi una rarità. Ed è proprio al contrabbasso che viene affidato il motivo musicale del Lied: una bella trota grossa, corposa, felice di guizzare nell'acqua senza pensieri. Il Quintetto dedicato alla trota non lascia intravvedere la triste fine: non è "La morte e la fanciulla", insomma, ma è sempre un ascolto piacevolissimo.
qui la versione cantata, qui nel Quintetto


(dipinto di George Henry)

DIE FORELLE (LA TROTA)

In einem Bächlein helle,
Da schoss in froher Eil
Die launische Forelle
Vorüber wie ein Pfeil.
Ich stand an dem Gestade
Und sah in süsser Ruh
Des muntern Fischeleins Bade
Im klare Bächlein zu.
Ein Fischer mit der Rute
Wohl an dem Ufer stand,
Und sah's mit kaltem Blute,
Wie sich das Fischlein wand.
Solang dem Wasser Helle,
So dacht ich, nicht gebricht,
So fängt er die Forelle
Mit seiner Angel Nicht.
Doch endlich ward dem Diebe
Die Zeit zu lang. Er macht
Das Bächlein tückisch trübe,
Und eh ich es gedacht,
So zuckte seine Rute,
Das Fischlein zappelt dran,
Und ich mit regem Blute
Sah die Betrog'ne an.


In un limpido ruscelletto guizzava svelta e allegra la trota capricciosa, veloce come una freccia.
Me ne stavo sulla riva assorto, a contemplare il bagno del lesto pesciolino nel chiaro ruscelletto.
Un pescatore con la lenza arrivò sulla sponda, e freddamente guardò le evoluzioni del pesciolino.
Finché non verrà meno la trasparenza dell'acqua, così pensavo, egli non riuscirà a catturare la trota con l'amo. Ma infine quel furfante si stancò di aspettare. Con perfidia intorbidò le acque, e prima che me ne accorgessi tirò di scatto la sua lenza; il pesciolino vi si dibatteva, ed io, turbato, rimasi a guardare la vittima ingannata.
(Traduzione di Pietro Soresina, dal volume "Lieder", ed. Vallardi 1983)

2 commenti:

  1. In queste acque intorbidite da cialtroni in parecchi restano impigliati all'amo di politici che diramano false notizie a sei colonne.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. sì, è una storia sempre d'attualità. Si può aggiungere che qui da noi non c'è nemmeno bisogno di intorbidire l'acqua, i boccaloni sono tanti e abboccano anche senza esca e con l'acqua limpida (soprattutto a destra, sia ben chiaro) (a sinistra si cade nell'eccesso opposto...)

      Elimina