Il madrigale è un breve componimento solitamente destinato ad essere messo in musica. Si fa risalire la sua denominazione al termine matricalis per la grazia semplice e ingenua della composizione oppure a matrix ( chiesa madre, cattedrale ) dove si cantava la musica polifonica o ancora al provenzale mandra gal, ‘canto pastorale’ . E' Petrarca a canonizzarne la struttura, precedentemente invece molto varia. Nel Cinquecento lo schema cambia sostanzialmente ma il soggetto rimane di tipo idillico-amoroso almeno fino al secolo successivo, quando inizia a veicolare contenuti morali, religiosi, filosofici e persino satirici.
Il genere ha avuto una certa fortuna come dimostra la mia piccola selezione. Ho scelto madrigali in linea con i soggetti ricorrenti nel blog: c'è un faggio nel componimento di Petrarca, un'ape in quello, bellissimo, di Tasso, una stagione in quello di Giosuè Carducci, un pettiroso e un passero saputo in quello di Giovanni Pascoli, un lupo in quello di Attilio Bertolucci. C'è infine un video per ascoltare il canto di una ninfa:-)
particolare di un dipinto di Vermeer |
Perch’al viso d’Amor portava insegna,
mosse una pellegrina il mio cor vano,
ch’ogni altra mi parea d’onor men degna.
Et lei seguendo su per l’erbe verdi,
udí’ dir alta voce di lontano:
Ahi, quanti passi per la selva perdi!
Allor mi strinsi a l’ombra d’un bel faggio,
tutto pensoso; et rimirando intorno,
vidi assai periglioso il mio vïaggio;
et tornai indietro quasi a mezzo ’l giorno.
Un'ape esser vorrei
donna bella e crudele,
che sussurrando in voi suggesse il mele;
e, non potendo il cor, potesse almeno
pungervi il bianco seno,
e ‘n sì dolce ferita
vendicata lasciar la propria vita.
donna bella e crudele,
che sussurrando in voi suggesse il mele;
e, non potendo il cor, potesse almeno
pungervi il bianco seno,
e ‘n sì dolce ferita
vendicata lasciar la propria vita.
( Torquato Tasso, Rime )
opera di Berthe Morisot |
La stagion lieta e l'abito gentile
ancor sorride alla memoria in cima
e il verde colle ov'io la vidi prima.
Brillava a l'aree e a l'acque il novo aprile,
piegavan sotto il fiato di ponente
le fronde a tremolar soavemente.
Ed ella per la tenera foresta
Bionda cantava al sole in bianca vesta.
( Giosuè Carducci , Rime nuove )
Al campo, dove roggio nel filare
qualche pampano brilla, e dalle fratte
sembra la nebbia mattinal fumare,
arano: a lente grida, uno le lente
vacche spinge; altri semina; un ribatte
le porche con sua marra paziente;
chè il passero saputo in cor già gode,
e il tutto spia dai rami irti del moro;
e il pettirosso: nelle siepi s'ode
il suo sottil tintinnio come d'oro.
( G. Pascoli, Myricae )
opera di F. Zandomeneghi |
che cala dai monti al piano,
corica nei campi il grano
ovunque passa è sgomento.
Fischia nei mattini chiari
illuminando case e orizzonti,
sconvolge l'acqua nelle fonti
caccia gli uomini ai ripari.
Poi, stanco s'addormenta e uno stupore
prende le cose, come dopo l'amore.
( Attilio Bertolucci, Sirio )
Chiudo con un invito all' ascolto dell'incantevole Lamento della Ninfa, su testo di Ottavio Rinuccini, contenuto nel libro VIII dei madrigali di Monteverdi.
La principale caratteristica del madrigale musicale è una perfetta aderenza della musica al testo poetico. A mo' di esempio, nel madrigale di Luca Marenzio su “Solo e pensoso” di Petrarca, la voce acuta si distacca dalle altre ( i madrigali sono di solito a cinque voci ), per sottolineare la solitudine espressa dal poeta. Monteverdi sottolinea invece con dissonanze le parole aspre di alcuni testi petrarcheschi.
Qui Giovanni Bietti parla dei madrigali di Monteverdi e della loro struttura musicale
Quel vento come un lupo è una bellissima immagine. La manderò a Clara, che nelle Foreste Casentinesi incontra venti e, a volte, lupi.
RispondiEliminaBuon fine settimana, gemellina.
Sono molto belli in particolare gli ultimi due versi, forse perchè rendono bene l' improvviso e necessario ritorno alla quiete.
RispondiEliminaBuon fine settimana a te! :-)
Ciao! Il mio preferito è quello di Petrarca (bellissimo anche il madrigale di Luca Marenzio su “Solo e pensoso”!). Contagiata dalla madrigalomania, da due giorni cerco di tradurre convenientemente un madrigale di Ronsard che comincia : Que maudit soit le miroir qui vous mire, ma niente da fare, non riesco a produrre niente di decente e stasera ce l’ho data definitivamente su.
RispondiEliminaHo provato a commentare come dallamiatazzadite però non funziona (anzi, volevo commentare sul Lohengrin che il brano di Wagner è una meraviglia, ma non mi ha più preso nemmeno come Elena Grammann, mo’ vediamo se va con questo)
Buonanotte e a presto!
Petrarca è magnifico nel ricostruire con pochi tocchi un intero ambiente, esteriore ed interiore.
RispondiEliminaHo recuperato il tuo commento al post di Giuliano sul Lohengrin. Era in attesa di essere moderato ( succede con i commenti lasciati dopo una settimana dalla pubblicazione del post ).
Le tue traduzioni sono molto belle! Dai,ti prego, insisti!!!
Buona giornata e... aspetto!:-)