Il sole si era coricato, coprendosi di un broccato d'oro e di porpora, e dei lunghi nuvoli rossi e viola si stendevano sul cielo a custodire il suo riposo. Lontano, chissà dove, un tarabuso gridava come una vacca chiusa dentro la stalla, con una voce malinconica e sorda. Ogni primavera si udiva il grido di quest'uccello misterioso, ma nessuno sapeva come esso fosse né dove vivesse. In alto, sull'ospedale, fra gli arbusti dello stagno, fra i casolari e dappertutto nei campi, i rosignoli cantavano. Un cuculo contava l'età di qualcuno, si sbagliava nei suoi conti e ricominciava.
(Anton Cecov, Nella bassura, dai Racconti, editore Garzanti, due volumi)
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Mi fai ricordare che devo riprendere i racconti di Cechov per terminare di leggerli, e poi magari rileggerli... A parte il cuculo che sbaglia a contare l'età e quindi riprende, ogni volta, a scandire dall'inizio il suo canto ritmato (un ritratto divertente e ingegnoso!), quanto è bella la descrizione iniziale del tramonto? Incantevole nella sua semplicità :-)
RispondiEliminaL'inverno scorso me li sono finalmente letti tutti, dopo anni :-) in effetti sono tanti! Vorrei portare qui anche alcune pagine da Il monaco nero, sono un po' lunghe ma meritano (c'è già altro di Cechov, in questo blog)
RispondiEliminaUn consiglio è di ascoltare il brano di Delius, dura meno di dieci minuti ma è adattissimo al brano di Cechov. (e si sente il cucù, molto ben inserito)
Ciao, Alessandra! Ti ha risposto Giuliano perché a pubblicare qui siamo in due:-)
RispondiEliminaCari saluti!
“Le foglie frusciavano, il sole scintillava attraverso i rami, e dal bosco si sentiva il verso del picchio e di tanto in tanto anche quello del cuculo. Ma solo lento e raro e quando Gordon cominciò a contare cantò soltanto un’unica volta.
RispondiElimina“Il vostro cuculo dello Harz è sempre così pigro?”
“Oh no” [disse il ragazzino che conduceva gli asini] : dipende dalle volte. Volete che chieda io?”
“Ovvio”
“Quanti anni ancora?”
E ora il cuculo rispose e il suo canto pareva non voler finire.
Questo causò un piccolo malumore, poiché tutti siamo superstiziosi…”
(Theodor Fontane, Cécile)
In effetti Gordon, giovane e aitante ufficiale del genio, vivrà ancora un solo anno. Romanzo molto bello secondo me, di cui consiglio la lettura.
molto bello, grazie :-) direi che sarà il caso di farne un post a parte.
RispondiEliminaA casa mia il cucù si sente spesso, ma non ne ho mai visto uno di persona; penso che Cechov e Fontane attingano alla stessa tradizione, non so se anche da noi sia così. Però il cucù lo hanno messo nell'orologio, qualcosa vorrà pur dire (non ci avevo mai pensato!)
Pagina di un lirismo meraviglioso. Oltre che stimolante: vado a documentarmi sul tarabuso.
RispondiEliminarispondo in ritardo perché la casella di posta mi manda quasi tutti i commenti nello spam, chiedo scusa (vai a capire perché...)
Eliminadel tarabuso dovresti trovare il verso anche su youtube
Io una volta ho salvato un pulcino di cuculo e l'ho portato all'oasi LIPU. Ma il (grosso) pulcino non mi era molto grato e ha tentato ripetutamente di beccarmi durante l'intera operazione... :-)
RispondiEliminapurtroppo con gli animali non si può parlare, spiegare. Io ho ancora visibili (da giugno) due graffi che mi ha fatto una gattina mentre la consegnavo al veterinario, era molto malata. Mi vuole bene lo stesso, ma insomma.
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