martedì 4 gennaio 2022

Lascia ch'io pianga

 Dal blog di Giuliano  "L'opera a cinema"



« Bene, » sussurrò lei « fatemi riprendere fiato. No, no; aspettate. State pronto ad aprire la porta. » E la Contessa, in posa ispirata, fece sgorgare la sua bella voce in “Lascia ch'io pianga”; e quando fu giunta al punto giusto, avendo emesso i suoi lirici sospiri per la libertà, fece segno di spalancare la porta, e si manifestò alla vista del Principe, con occhi accesi, e l`incarnato alquanto ravvivato dall’esercizio del canto. Fu una grande entrata drammatica; e per l'alquanto malinconico recluso, poi, vederla fu come vedere il sole.

(Robert Louis Stevenson, "Il principe Otto", pagina 199 Oscar Mondadori 1983, versione a cura di Masolino d'Amico)






«Lascia ch'io pianga» è un'aria dall'opera di Haendel "Rinaldo" (1711). L'opera, in tre atti su testo di Giacomo Rossi liberamente tratto dalla "Gerusalemme liberata". Nel secondo atto, Almirena ("destinata sposa di Rinaldo", secondo la definizione del libretto originale) viene fatta prigioniera dal re Argante ("amante d'Armida", sempre secondo la definizione del libretto), e chiede di essere liberata. Il re Argante è molto gentile con lei, le chiede di non piangere ma Almirena risponde così:
Lascia ch'io pianga
mia cruda sorte
e che sospiri
la libertà. (...)
qui per l'ascolto





La melodia, tra le più belle nella storia dell'opera, ha in realtà una lunga storia precedente alla messa in scena di Rinaldo. Haendel la inserisce già in un balletto scritto quand'era molto giovane, in Germania, una sarabanda inserita tra i balletti di "Almira regina di Castiglia - Il cambio della fortuna". Il ventenne Haendel, giunto a Roma, riproporrà questa melodia nell'oratorio "Il trionfo del tempo e del disinganno" con questo testo, opera del cardinale Benedetto Pamphilj:
Lascia la spina
cogli la rosa
tu vai cercando
il tuo dolor (...)
qui per l'ascolto



Lasciata Roma per Londra, il già affermato Haendel (ventiseienne) va sul sicuro con la sua prima opera per gli inglesi, appunto il "Rinaldo", e ripropone fra le altre cose anche la sua melodia portafortuna. A Londra, Haendel rimarrà per tutta la sua vita e diventerà il compositore di riferimento per gli inglesi - e anche uno scozzese come Stevenson non poteva non conoscere la sua musica.

Giuliano Bovo

( le immagini sono tratte dal "Rinaldo" allestito da Pier Luigi Pizzi )

8 commenti:

  1. Ciao cara, lascia che ti auguri un Anno Nuovo prospero e sereno!

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    1. Grazie mille, Luisella! Augurissimi a te!⭐️⭐️⭐️

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  2. Ma sai che le foto che hai scelto credo che siano di una produzione del "Rinaldo" di Haendel a cui ho partecipato quando lavoravo come scenografo realizzatore? Era una produzione regia, scene e costumi di Pier Luigi Pizzi (un grande autore in questo settore) andata in scena in diversi teatri in Italia e al Grand Theatre di Ginevra negli anni '80.

    Quando ho visto le foto l'ho riconosciuta subito per il cavallo e i costumi di Rinaldo e degli altri interpreti ed ho avuto un flashback molto piacevole...e ti ringrazio per questo.

    La versione che hai scelto di Masolino d'Amico è la migliore come il link musicale. Grande musica quella di Haendel, bella scelta.
    Un salutone

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  3. Sì, l’allestimento è proprio quello! Deve essere stato bellissimo il tuo lavoro! Quanto si links, sono stati scelti da Giuliano. Ho riproposto un suo post pubblicato su uno dei blog che amministrava. Io mi sono limitata ad arricchirlo con le immagini che ti hanno fatto riaffiorare quel bel ricordo. Un caro saluto.😊👋

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  4. E allora ho visto giusto! Per fare quel cavallo eravamo due scenografi realizzatori per la decorazione e la pittura, uno scultore che aveva fatto il cavallo in creta su una struttura portante in metallo e una persona che ha fatto lo stampo in gesso suddiviso in vari pezzi.

    Io l'altro collega scenografo con vari strati in vetro resina, dagli stampi in gesso, lo abbiamo messo nella forma come vedi e poi dipinto. Ma c'è tutto il resto della scenografia che è spettacolare. Per l'intero allestimento ci sono volute 8 persone per un mese a 12 ore di lavoro al giorno da lunedì al venerdì e due sabati con lavoro straordinario.

    Ma fu un successo che ha girato vari teatri applaudito ovunque.
    Mi ha fatto molto piacere vederlo ancora adesso sul tuo blog...grazie
    Un salutone carissima e alla prossima

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  5. Purtroppo non ho visto al vivo la rappresentazione ma sono stata subito attratta, quando ho cercato immagini per il post, da quelle che poi ho scelto! E' tutto molto bello: complimenti!
    :-)

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  6. Ma dai, "Accadebis" trova una sua scenografia in quelle immagini. È del tutto meraviglioso. Buon anno, Giacinta. Un abbraccio grande, leggere Giuliano è sempre un piacere.

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  7. Grazie, Luz! Ha fatto molto piacere anche a me questa simpatica circostanza! Auguri di buon anno e buon rientro a scuola!🤗

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