L'invocazione alla luna, la più famosa
e la più grande, è sicuramente "Casta Diva", una grande
scena (e non soltanto un'aria: tutta la scena occupa un quarto d'ora)
dall'opera "Norma" di Vincenzo Bellini. Oggi però mi è
tornata davanti una piccola aria da camera, scritta da Bellini quando
non era ancora famoso: il testo non è gran cosa, l'innamorato che si
rivolge alla luna, ma la melodia è di quelle che non si dimenticano
e ancora oggi è molto eseguita in concerto.
qui per voce maschile
qui per voce femminile
(ma poi fate voi, on line ce ne sono molte belle versioni)
(Jan Bogaerts, 1904)
Vaga luna, che inargenti
queste rive e questi fiori,
ed inspiri agli elementi
il linguaggio dell'amor;
testimonio or sei tu sola
del mio fervido desir,
ed a lei che m'innamora
conta i palpiti e i sospir.
Dille pur che lontananza
il mio duol non può lenire,
che se nutro una speranza,
ella è sol nell'avvenir.
Dille pur che giorno e sera
conto l'ore del dolor,
che una speme lusinghiera
mi conforta nell'amor.
(testo di anonimo)
(1827 circa, pubblicata postuma nel
1838)
Molto interessante. Buona domenica a voi!
RispondiEliminale melodie di Bellini sono tra le più belle in assoluto, e questa non fa eccezione anche se è una piccola cosa
Elimina(Chissà che bella luna, in Finlandia...)
Grazie :)
RispondiEliminaprova a cercare anche Malinconia ninfa gentile, sempre di Bellini :-)
EliminaUna delle più belle pagine dedicate a questo sasso tanto romantico. Grazie. :)
RispondiEliminamagari non lo sai: Carlo Bergonzi è stato uno dei più grandi tenori del Novecento, e quando lo ascolti puoi star sicura che tutto è perfetto. Ci sono cantanti con timbro di voce più bello, ma Bergonzi è il maestro di canto per definizione.
EliminaJune Anderson invece l'ho ascoltata diverse volte in teatro, è ancora in carriera.