Del
    Barocci, l'enciclopedia narra che era di Urbino, dove nacque in
    un anno imprecisato tra il 1528 e il 1535; e che il suo vero nome
    era Francesco Fiori. Dice anche che si ispirò a Raffaello e a
   Correggio, e che  "avviò un manierismo prebarocco". 
Non
    m'intendo di queste cose, e la storia dell'Arte non è il mio
    forte (ammesso che io ne abbia uno). Però mi piace girare per le
    mostre, e in una di queste, anni fa, mi sono imbattuto nel
    Barocci, o meglio in un suo dipinto di dimensioni molto grandi.
    In un angolino, in basso, c'era un cagnolino; ho dimenticato
    tutto il resto e mi sono fermato a guardarlo.
 
 
 In seguito ho
    scoperto che il Barocci lo ha fatto spesso, di mettere dei
    cagnolini negli angoli nascosti delle sue opere, sotto ponderosi
    ritratti e allegorie sacre o mitologiche. Era una prassi normale,
    lo facevano anche tanti altri pittori importanti: per esempio,
    Rubens ha dipinto dei cagnolini ancora più belli di quelli del
    Barocci. Dietro agli animali c'era quasi sempre un significato
    simbolico, ho scoperto in seguito: il cane significa fedeltà,
    l'ermellino purezza, e così via. Sono cose belle da sapere, ma a
    me piace pensare che i grandi pittori si volessero proprio
    divertire, come quando dipingevano i leoni di San Gerolamo o
    mettevano le giraffe e i cammelli nelle Adorazioni dei Magi. Non
    è un approccio da storico dell'Arte: lo so, me ne rendo ben
    conto e me ne scuso; ma, da quella mostra, ogni volta che vedo un
    quadro del Barocci vado subito in un angolo a cercare il
    cagnolino; e se non lo trovo rimango molto deluso. 
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